lunedì 21 novembre 2011

Platonica veste


Redimersi in un magistrale distico.



Tripudio d’una sorte all’ennesimo stelo,



dalla quale corolle di carnea corporalità



adornarono ogni effimera astinenza.



Mai s’astenette dinnanzi al suo espressivo ego,



esso parlò,



 trasmutò silenzi in bisbigli mai muti.



Cocenti ed ineffabili tributi all’irrinunciabile percepirsi.



Immaginario elargirsi,



 come ritrovarsi nella nenia dell’appagamento.



Completezza d’un seno di fertili aliti.



Nomenclatura di movenze in lenzuola nitide di quell’ove ancora irraggiunto,



Desiderabilità d’un nome divenuto appunto,



vocabolo d’un corpo sul talamo del pensare,



virilità pacata nell’ardore dell’esser contemplazione.



Immaginifico mietitore d’estasi,



tu sovranità d’una sessualità incorrotta,



platonica veste



nell’incanto della vita.







( Enrica Meloni)
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Nicchio del piacere


Denuda come atri illibati da un pacchiano mobilio.



Suadente movenza d’un beneplacito d’anca,



onomatopeico udire,



sospiro insaziato di quel che plasmeresti.



Tu,



venustà lungi d’ipocriti verbi,



solenne amplesso



come pronuncia egregia delle labbra tue.



Labbra



come linfe eroiche d’un colostro materno bramoso d’altro seme.



Implicito erotismo d’un fallico ardire.



Vorresti, avesti, godesti,



 mai scordasti.



Sul talamo della violacea tessitura d’un baco operoso,



sbocciasti a languori terreni.



Bruna nel tuo incontro, mostrasti vello di donna,



ottenesti saldezza d’un membro audace.



Ingorda,



apparente infingarda, influisti di lauti assaporare.



Un sublimar gusto dal barocco tocco,



delineamento d’una sessualità d’onnipotente senso.



Un bersi di lui,



un aver di te che diventò Pompeiana opera.



Tu Venere, nicchio del piacere.




( Enrica Meloni)
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giovedì 17 novembre 2011

Rara orma


Algida,



come opera sul basamento del marmoreo scheggiare,



incisione,



meditabondo creativo del niveo plasmare.



Solerte,



zelante al pari di un’arte che di lei ebbe forma.



Statuaria,



incline alla beltà d’un contemplare di rara orma.



Immortale,



eco dei ricordi delle movenze che furono,



onnipresenti,



sembianze del suo estro che mai morirono.





( Enrica Meloni)
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giovedì 10 novembre 2011

Carnei darsi



Brama,





umanamente egregia,





solstizio di carnal ingordigia.





Come cibaria priva di pentimento





s’accosta d’impeto mai spurio,





come cantico perverso





riversa echi nel secernere





d’un lento ancora.





Lapillo,





diatriba pacificante





d’arsi carnei darsi.





Fallica supremazia





nel furente incavo,





ove Femminilità ebbra





divien soggetto d’un verbo





che nelle sue labbra è riverso.





Connesso, riflesso, amplesso





nel culmine dell’alliterato





entusiasmo d’uno spasmo d’orgasmo.








( Enrica Meloni)

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martedì 8 novembre 2011

Curriculum letterario.




CURRICULUM  ARTISTICO

Enrica Meloni





Enrica Meloni, nata il 6 Ottobre 1983, residente a Siliqua (Ca), località del Campidano, situata nel Meridione sardo. La sua formazione letteraria presenta un percorso graduale, fondato sull’innata dedizione per la scrittura nelle sue forme e nella predilezione verso l’arte poetica. Acquisì il Diploma di Maturità Classica presso il liceo ginnasio statale “Giovanni Siotto Pintor di Cagliari”. Attualmente frequentante la facoltà di Scienze Politiche dell’ateneo cagliaritano, corso di laurea “ Relazioni Internazionali”.

Un’infanzia bipartitasi tra crescita e scrittura, il primo riconoscimento poetico le venne consegnato all’età di nove anni aggiudicandosi vincitrice dell’attestato di Merito del concorso nazionale “ I più bei disegni e poesie d’Italia 1992”. Altro riconoscimento, le venne elargito nel Maggio 2003 al “ Premio Siliqua- Associazione Culturale Le Muse” nel quale la giuria ne riconobbe il merito in ambito narrativo con un brano dedicato alle origini del paese natio. La poliedricità dell’autrice è stata documentata anche attraverso l’accostamento tra arte poetica e pittorica, la scrittura della Meloni venne riconosciuta dal catalogo l’Elite New 2006- Selezione Internazionale d’Arte, all’interno del quale venne pubblicata un’analisi della stessa all’opera Omaggio a Grazia Deledda” dell’artista Vito de Pasquale. Un secondo connubio tra poetica ed arte pittorica avvenne nel 2010, mese nel quale i versi dell’autrice s’associarono alle opere pittoriche del maestro d’arte Pompilio D’Ospina, nella mostra che lo stesso artista tenne a Neviano (Le) nel Luglio 2010, un congiunger artistico tra pittura, disegno salentino e poesia, scaturita dall’isolanità della scrittrice. Un contemplare di rappresentazioni visive, nelle quali lo stesso maestro non si esentò d’immortalare le particolarità del loco, poetando con i colori l’unicità degli antichi pozzi del Salento e la secolarità ispirativa degli alberi secolari, congiuntisi efficacemente con i versi della poetessa .

I componimenti della giovane ed alcuni suoi articoli inerenti al contenuto poetico sono presenti in S’arriu (Il fiume) - Giornale di cultura e critica. Editore Associazione Culturale “ La Carovana Sarda della Pace” Sezione “ Angolo della poesia”. Presente in alcuni siti web, quali: www.paroledelcuore.it, www.poesianuova.it, www.scrivere.info. La biografia dell’autrice venne riconosciuta dalla Rivista Internazionale “ Poeti e Poesia”, diretta da Elio Pecora, con la quale vennero ospitati alcuni suoi componimenti, presentati on line. La sua recensione sull’opera “ Esemplarità pubblica”, del giurista Javier Gomà fu pubblicata nell’estate 2011 nel Mensile di cultura e scrittura “ Dire Fare Scrivere”, allo stato attuale sono in fase di pubblicazione sullo stesso mensile altre recensioni, nate dalla penna della Meloni.

Innatamente pregna d’identità isolana, mai omette la sua sardità, ad essa dedica scritti e contenuti. Sa Nazione.eu- Nazionalisti Sardi. Portale di critica, informazione e comunicazione politica, pubblicò la poesia in lingua Campidanese “ Tui boxi de su passu miu” presentando le strofe nella rubrica “ Sotziedade”, ospitando uno spazio dedicato all’esordio della sua prima silloge poetica “EVENTI IN VERSI”. Fondatrice e curatrice della rubrica Musica de sa Terra Nostra” presso il mensile “ Il Giornalino di Siliqua”. Articolista ed autrice nel giornale “ Notizie News di Daniela Vargiu” per le sezioni: Rubriche/ Personaggi e Cultura.  Collaborò come Redattrice delle sezioni: Libri / Cinema e Poesia della rivista on line: www.weekinprogress.it. Fondatrice del blog Enrica Meloni, poetica della quotidianità, leggibile all’indirizzo web: enricameloni.blogspot.com, uno spaziare tra recensioni, figure retoriche, versi poetici ed instancabile amore per la scrittura. A lei recentemente è stata dedicata una pagina della Gazzetta del Sulcis e del portale d’emigrazione sarda “ Tottus in pari”. Nel Marzo 2012 la sua poesia “Perenne Purgatorio” si aggiudicò il secondo posto al Concorso letterario “ Vinci un libro con Rupe Mutevole”.
La sua prima opera poetica è intitolata “ Eventi in Versi”, pubblicata da Edizioni la Rondine ( Catanzaro).


venerdì 4 novembre 2011

Il Sonetto


IL SONETTO.





Le differenti tipologie poetiche, annoverano una particolarità di componimento breve, denominato Sonetto. La sua tipicità è riconducibile al patrimonio letterario italico, ed il suo contenuto compatibilmente all’etimologia del termine rimanda la sua peculiarità di base all’esser presentato in concomitanza ad un accompagnamento musicale. Il vocabolo, di derivazione provenzale enuncia in sé il concetto di suono, Sonet rappresenta la parola originaria, abitualmente reperibile e consultabile nei materiali di didattica poetica. La sua composizione è costituita da versi endecasillabi, formati a loro volta da due quartine, dette Fronte, trascritte secondo un preciso schema ritmico, esteso sulla base di rima alternata o incrociata e in due terzine, definite Sirm, le quali a differenza delle prime non seguono uno schema determinato di rima, ma questa varia a seconda delle esigenze dell’autore.



Benché il nome di tal tipologia compositiva non sia prettamente italiana, l’effettiva origine della struttura compositiva in sé, in realtà è da attribuirsi alla Scuola poetica Siciliana, nella quale Jacopo da Lentini né ideò la combinazione ritmica e stilistica.



L’origine del Sonetto, è databile al 1200, epoca della quale divergenti teorie enunciano proprie posizioni circa l’effettiva funzione del componimento. In alcuni casi lo stesso stile è oggetto d’una semplice modalità orecchiabile, mentre in altri è un vero e proprio lavoro di musica e testo non solamente poetico, bensì un autentico ed inconfutabile canto. Un divergere d’interessante dibattito, trovò Antonio da Tempo e Gian Giorgio Trissino, discordi, esponenti opinabili di entrambe le teorie che sino al 900, già enunciate d’altri pensatori non contrastarono comunque l’attività incostante degli autori dediti a questa tipologia d’arte.Una terza critica è quella di Niccolò Tommaseo, austero sostenitore della Teoria degli Strambotti, ovvero, secondo la sua tesi, le sonet, non fu altro, se non un modello compositivo, nato dall’unione d’altri due componimenti, detti Strambotti, composti da due ottave, con la caduta dell’ultima coppia di versi. La ritmicità del componimento muta attraverso il suo sviluppo nel tempo. La rima, utilizzata originariamente fu quella alternata, mentre Dante Alighieri introdusse quella incrociata, infatti il Dolce Stil Novo è la più esemplare forma di spiegazione documentabile ed appurabile, attraverso la quale sono leggibili quartine che palesano questo elemento innovativo.



“Ella si va, sentendosi laudare,
benignamente d'umiltà vestuta;
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare”.



In verità l’argomentare sul sonetto prevede una corposa e certosina esposizione, data la molteplicità delle sue varianti non per nulla semplici, ma arduamente ideate su basi stilistiche di precisa minuzia. Si pensi al Sonetto rinterzato, concepito presumibilmente da Guittone d'Arezzo. La sua peculiarità si basa sui settenari, inclusi in seguito ai versi dispari delle quartine e il primo e il secondo verso delle terzine.Il secondo caso è rappresentato dal Sonetto continuo, nel quale le rime delle quartine sono rilanciate anche dalle due terzine.



 Altra variante è appurabile nel Sonetto ritornellato,  è un sonetto che presenta al termine un endecasillabo in rima con l'ultimo verso, denominato “ritornello”o un abbinamento di versi endecasillabi a rima baciata che non riprendono le rime del sonetto, chiamate “doppio ritornello”.Come quarta forma di sonetto, è doverosamente irrinunciabile il Sonetto Doppio, il quale presenta un settenario successivo ad ogni verso dispari delle quartine e dopo il secondo delle terzine . Oltre alle citate  caratterizzazioni del Sonetto, vi sono anche quelle del Sonetto minore e minimo, nei quali il poeta è solito comporre, utilizzando versi di minor lunghezza, rispetto agli endecasillabi, mediamente ricorrendo ai settenari. In presenza di versi assolutamente assai brevi come i quinari, il componimento è detto "minimo".



Il Sonetto caudato invece, presenta l’aggiunta di una coda, composta  da un settenario in rima con l'ultimo verso del sonetto, e un distico di endecasillabi a rima baciata. Per ogni coda successiva alla prima il settenario rima con l'ultimo verso della coda precedente. Non è prevista una lunghezza specifica della coda, si va da tre versi a molte decine; l’eccessiva lunghezza della stessa venne  denominata "sonettessa". Oltre a queste tipologie vi è la Corona di sonetti, la quale è in sé un componimento composto dall’unione di diversi altrettanti sonetti, i quali vertono sul medesimo argomento. Nelle corone più estese e contorte, il sonetto è impiegato come se rappresentasse la stanza di un poema.

Il percorso sul sonetto proseguirà la prossima settimana con l’analisi delle sue ulteriori varianti minori.
ENRICA MELONI
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Münster


Reminiscenza d’un remoto anabattismo,



sanguinaria,



volta al disumano misticismo.



Mineraria veste,



ammantata d’odierna rilevanza.



Fulcro d’accademica eleganza.



Effetto d’una riscattata contemporaneità.



Come un gendarme,



d’aspre ansie sguainasti la tua polverosa



imponenza.



Efferata austerità,



elenco di scordati supplizi,



taciuti,



sconosciuti,



ma gementi nel Cinquecento che fu.



Generata dall’inesauribile Ruhr,



ora tu,



Münster , scultorea mirabile urbanizzazione.




( Enrica Meloni)
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