mercoledì 7 dicembre 2011

Dignità paterna





Venerando lascito a te,


 postere dell’inconscio esistere.



Tu, nobil dignità paterna,


 adorna d’ineffabile virtù.



Testamentario


 diviene il verbo tuo di somma elargizione.





Mai, discostasti il tuo agir


 balzando nel nefasto ambire.



A te


furono rivolti gli echi d una prole


solitaria.



Divenisti sacral vincastro


 d’ogni bramato ausilio.







Clemenza,


fattasi magnanima firma sulla mano tua.



Pregno d un remissivo comprendere mai mutato.



Tacita vigoria,


 peculiare,


sovente docile lealtà.





Ogni virgulto dal passo tuo carpirebbe vita.



Esente da spurie smanie,


dirigo a te la stima mia.



Fosti tu


divina elargizione alla mater terrena.





Non vi è distico


 tanto caparbio d’esprimer di te.



Ego dalla costante di mirabile elevatezza.



Denominatore di molteplici


ed irreprensibili ove.





Cantico


all’udir di ciò che i figli tuoi diverranno.



Se sol al pari di te l’immonda stirpe fosse,



alcun ripudio alla quiete esisterebbe.





Mai vane furono le pronunce tue,



giudiziose oltre la deleteria cupidigia.



Uomo


 nella moltitudine ma unico nel suo esistere.



( Enrica Meloni)
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