venerdì 30 settembre 2011

Metonimia e Sineddoche, eleganti sostituzioni

Le concordanze di continuità logica e materiale tra vocaboli sono corredate attraverso l’utilizzo di figure retoriche specifiche, atte alla sostituzione di parole con altrettante che possano enunciarne lo stesso significato relazionale. Una figura determinante è la Metonimia, ovvero una figura di spostamento semantico basata sul nesso d’affinità logica o materiale tra il termine originario e quello traslato. L’utilizzo di tal figura comporta ad un’evidente sostituzione di un termine con un altro, apparentemente differente, ma decisamente indicante la medesima cosa. Tale procedura può esser circoscritta in diverse casistiche, tra le quali i più frequenti esempi: un’autore inteso con la citazione del nome di una sua opera, l’oggetto riconosciuto attraverso la citazione della materia dalla qual è composto, il concreto con l’astratto e viceversa ed anche laddove un enunciato sostituisca la causa con l’effetto e viceversa. Modelli semplificanti la comprensione della figura trattata sono da ritrovarsi nel comune linguaggio quotidiano, esempi banali ma d’efficace apprendimento. Vedasi affermazioni come: “L’acquisto di un Caravaggio” oppure “invito a bere un bicchiere”, in queste è nota la sistematica necessità di sostituire un soggetto ed un oggetto con un nome ed una materia, capaci di condurre il lettore ad uno spontaneo riconoscimento immediato del vocabolo di base. Analogamente alla metonimia, la poetica italiana, annovera tra le sue ricercatezze stilistiche anche una seconda figura retorica, denominata Sineddoche, a differenza della prima, quest’ultima piuttosto che rappresentare una vicinanza causale, temporale o spaziale, indica la relazione di maggiore o minore estensione, presentandosi in casi in cui mostra il genere per la specie, il singolare per il plurale e viceversa o la parte per il tutto, esempi frequenti “ puerpere madri” o “ due ruote, inteso come motocicli o biciclette”. Date le due citate figure retoriche, la poesia include anche una terza, denominata Sinestesia, questa è la Sinestesia, una caratteristica forma metaforica per mezzo della quale sono associati termini appartenenti ad ambienti sensoriali differenti, esempi specifici sono: caldi echi, nclusione implicita del tatto e udito, gelide foschie, palese riferimento al tatto ed alla vista. Il poeta se ferrato in materia, riporta sul componimento un arricchimento stilistico non indifferente, armoniosamente musicato dalle sonorità percettive che queste tre figure si capacitano di porre al testo.




Mai vedesti l’acre scure che sguainò dinnanzi al costato dei
mortali.

Luminoso ferro, puntato, smaniosamente rivolto sui seni
delle materne puerpere.
Infanticidio sul soleggiato suolo d’una piangente argilla.Esangue di porporeo lamento fu il grido delle mute madri.Bellicosa corsa dei latini armamenti, criterio impudico d’un
acre editto.
Strage d’innocenti, dai quali infanti gemiti trapelò la
ferita dell’ingiustizia.
Amara luce sui loro volti, circoncisi di silenzi verso un
vivere negato.
Figli d’un Erode
moribondo in pietà ed onore.
Orfani di dignità, reduci da un mondo che a loro mai diede
culla.

Enrica Meloni

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