venerdì 19 agosto 2011

Virtuoso esilio








Tu, pargolo d una borghesia mai sentenziosa d’acerrima eccentricità, diventasti portante fondamenta dell’avvenir designato.
Magistrale esemplarità di dottrina ragionevole andasti insegnando, propugnante d’ideologico sentimento fosti austera speranza per un rural passo ancor calpestato.

Virtuoso rivoltoso nell’intemperie dell’algida feudale egemonia.







Il moto libertario divenne il tuo nobil cantico.

In giorno de Acciappada non potesti che esserne cuor focale ed irremovibile.

Pater dal combattivo braccio, armasti di dignità le genti.







Tu, diatriba sovente d un feudo dall’improprio diritto.
Arcigno verso la decadenza del popolo tuo, fosti icona di quel che ciascun sardo uomo dovrebbe esser.

Moristi esule nella dimenticanza sul suolo del gallico campo, ma la tua virtù permane immoralmente trionfante sul cuor di chi in te credette.


A te, Giovanni Maria Angioy (Bono, 21 ottobre 1751 – Parigi, 22 febbraio 1808)



(Enrica Meloni)

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