sabato 8 ottobre 2011

Elionora.


Matrice di social cartigli d’ardua e preponderante sagacia.



Mai infausta firma d’aberranti postulati.



Grembo di fertili istanze,


dalla quali ogni storicità divenne da te contemporaneo lascito.



Tu, giudicessa del tuo essere,



matriarca d’ogni autoctona difendibilità.



Garante di salvifici orgogli di sperata indipendenza,



dirigesti lo sguardo tuo verso l’inalienabile essenza d’ogni isolano pietrame.



Protratta nel nodo gordiano del potere


non tralasciasti fierezza alcuna.



Pragmatica enunciatrice d’amministranti epistole



divenisti estrema costanza di quel che la plebea veste chiede alle sue stagioni:



incorruttibilità esistenziale tra i domini.



Oltre l’ernie di veraci oligarchie divenisti sposa del netto far.



Esente dagli sproloqui del moribondo esecutivo,



ponesti voce al grido di un’ella Elionora,



la lei che divenne poi l’Eleonora del contemporaneo rimembrar.



Liberatrice di Lieros, carnea emancipazione d’ineguagliabile forma.




( Enrica Meloni)



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