venerdì 30 settembre 2011

Innate , innumerevoli, impareggiabili Alliterazioni




L’espressività nelle stesure scritte diviene spesso maggiormente efficace e percepibile ai sensi. Il fine compositivo, spesso tanto incompreso quanto però efficace, concede nel medesimo tempo di ritrovare un risultato armonico e piacevole,


attraverso l’utilizzo delle figure retoriche, forme atte a deviare quello che è in consuetudinario linguaggio comune. La poesia ne diviene un’abituale fonte, dalla quale queste ultime possono esser riconosciute ed apprezzate. Erroneamente accade che l’attitudine al semplicistico e convenzionale linguaggio comporti al fatto che, tali forme siano considerate un autentico mercimonio d’una sintassi falsata e scoordinata della stessa lingua italiana.


Qualora vi si ponesse reale attenzione a ciò, si comprenderebbe e s’apprezzerebbe il tutto, giacché tali costruzioni comportano ad un arricchimento e ad una ricercatezza stilistica piacevole dei componimenti, donando così un risultato non banale, mai ovvio e soprattutto non oggetto d’una scontatezza alquanto opinabile. Per quanto la lettura sia un atto personale, di un’intimità soggettiva, nel suo silenzio custodisce la percezione interpretativa che il lettore elabora durante l’approccio con il testo scritto ed in virtù di ciò l’aspetto fonico-ritmico dei vocaboli necessita d’una sua estetica.


La ripetizione di suoni, valida sia per consonanti sia per vocali se utilizzata all’interno di più parole consecutivamente, concepisce un’eleganza stilistica non indifferente, l’allitterazione diviene la matrice di tutto ciò. Il patrimonio letterario possiede una vastità di componimenti, contenenti tale forma linguistica, la base fondamentale si riconosce nell’utilizzo di suoni rigidi e netti reiterando la presenza consonantica o di suoni alquanto armonici che sono carpiti dalla ripetizione vocalica frequente in alcuni vocaboli. Ciò comporta al raggiungimento di una versatilità percettiva dello scritto, giacché il lettore sarà in totale naturalezza, coinvolto in un evidente ricordarsi di ciò che è stato da lui letto, proprio grazie alla ripetizione accentuata di tali suoni, i quali replicandosi invitano ad una non dubbia curiosità.


Odiernamente l’allitterazione è strumentalizzata a scopi commerciali, riconoscibile in sviluppi mediatici di prodotti a carattere pubblicitario. Per quanto in apparenza le parole che presentano ripetizioni suscitano scalpore e mancanza di connessione e coerenza tra loro, poiché prive d’un legame concettuale, per paradosso divengono figlie d’un costrutto inopinabilmente corretto, giacché fedeli ed affini ad una forma linguistica realmente presente nella lingua italiana. Ciò diviene dimostrazione del fatto che non tutto ciò che è leggibile ed incompreso sia frutto d’errori, ma sia invece il risultato ragionato d’un apprezzamento ed utilizzo stilistico, scaturito dal libero arbitrio epistolare. Esser i fautori d’una propria inventiva compositiva diviene un utile esercizio di una facilitata comprensione di tale forma linguistica. Nessun libro di testo è esente da tali contenuti ed in aggiunta a ciò, i mezzi informatici presentano una vastità di modelli esemplari di poetica remota e contemporanea.


Ciò che ci si domanda è: “Solamente la poetica dei noti autori si capacita d’esser fonte inesauribile di questa ricchezza linguistica”? Ovviamente la risposta si ritroverebbe in un palese " No", giacché l'individuo innatamente compone allitterazioni senza esserne consapevole. L’allitterazione è politicizzata, santificata, medicalizzata, economizzata, musicata, venduta, ripetuta, sconosciuta. Apprendendola si diviene conoscitori di quel miracolo universale qual è la nostra impareggiabile lingua italiana.


Consuetudinariamente s’espresse quella consueta e conseguente ricchezza del parlar.


Un plasmar d’eventi, persistenti, susseguenti, possidenti di ciò che di vital vissuto si ebbe.


Ripetute, riposanti, rinvigorenti rime,


mai solitarie solennità in spuri soliloqui.


D’un armonico andante, si scrisse silenziosamente nel sussulto dell’amata ricerca del sapere.


D’innata ed inconsapevol poesia ci si posa pacatamente nel piacer dei sensi.


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