venerdì 30 settembre 2011

Recensione componimenti Rita Pacilio








Verificarsi punto di partenza



Verificarsi punto di partenza

come principio di filosofia:

poesia sta a pensiero mio

come il tuo pensiero sta a me.


Mi affaccio sull’oltre delirio

so del fallimento di prospettiva

ma perfino a casa mia scavo

solo ad un metro da terra esco.



Dai pace a questa condizione

ma le bugie sono nelle vene?

Bruciano i verbi imperativi

dammi la via per metterci passi.


Dammi la mano per posare l’altra

fissa il sistema solare ad est

lascia che il sole sia sempre nuovo.

Non sia mai notte!


Il desiderio ha ancora fretta

e ci tiene uniti come prima

non perde occasione di mostrare

il fuoco regolare delle ore.


Non so chi lo dice all’angelo

che le costanti non hanno valore

non so chi fa schiumare le tempeste

solo il giorno dopo si festeggia.


Oggi scendo dalla roccia a balzi

dalle cose sono di ala in ala

slegata, sola, spaurita, lasciata

tirata giù dall’eco.


Si muore così senza il tuo odore

che a volte sa di litigio fresco

lasciato da chiunque ti volesse

una variabile di pazzi veri.


E questa bestia nel cuore che vuole?

Non bastavano pietre appuntite?

Non voglio più l’armatura sui rami.

Ti prego: baciala la gemma mia.


Rita Pacilio, tratto da “ Di ala in ala”



Personalità pregna d’estro poetico, matrice intrinseca d un poliedrico agire artistico, Rita Pacilio, nata nel 1963, instancabile autrice di produzioni dalla variante matrice. Nelle sue stesure, non sola poesia, peculiarità portante del suo essere ma anche musicalità oltre le note scritte. Un cantico perenne, mai ovvio, spiritualmente adorno di sonorità riecheggianti nell’animo di chi si capacita di coglierne l’essenza. L’arte polimorfa dell’autrice combacia compatibilmente anche dalle attività che essa svolge, un congiungersi d’operosità ramificatasi in plurime laboriosità. Sociologa, esperta d’Orientamento e Formazione nell’ambito dello Sviluppo delle Politiche del lavoro e della progettualità della Casa circondariale di Benevento, mediatrice familiare e conflitti interpersonali, di Prevenzione delle dipendenze. Attività arricchenti la stessa opera letteraria d’eventi, insegnamenti, modelli che nella stessa scrittura elargiscono un maggior input incline al seguito inarrestabile che mai viene meno nelle produzioni presentateci dalla sua matura creatività. Un intreccio di vita quotidiana, gradualmente accresciuto nella consapevolezza di ritrovar la beatitudine dello scrivere come ausilio mediatore tra l’Io e la società circostante. Un profetar di versi, come sublimazione d un sostegno umano del quale la stessa sua opera si fregia. Un porger di professionalità e creatività, un’avvincente simbiosi, tra due elementi che della Pacilio n’estendono pura naturalezza d’espressione. La stessa autrice diviene un comune denominatore tra scrittura, impegno sociale e musica, essa stessa, infatti, è fautrice d un progetto esordito nel 2006, “ Parole e musica”, un connubio tra ritmiche jazz che accompagnano sentimentalmente la stessa poesia concepita dalla poetessa. Il tutto concretizzato in una piacevole pedagogia al suono, un simbolico pentagramma di note e strofe coronate nel pathos dell’ascolto. Della sua discografia si rammenti “ Infedele” Splasc (h) Records. Nota la sua presenza alle varie rassegne canore, quali: “ Sannio Fest”, “Ceppaloni jazz e blues”, “Quattro notti e più…di luna piena” “Artisticamente parlando”, Festival jazz ‘Special event’ al Doria a Milano, “Festival jazz di Torre Gaia”, ‘Ore di jazz’ al Club jazz Charleston ad Avellino, Estate a Roma 2009: “Roman’s lungo il Tevere” Festival Padova jazz 2009. Semifinalista Kantafestival 2009. Le sue produzioni letterarie ripercorrono la sua crescita di donna, autrice, voce instancabile di versi. Si ricordino: per la collana Il Minotauro (Edizioni Scientifiche Italiane) il suo primo volume di poesie “Luna, stelle…e altri pezzi di cielo”; stampato nel luglio 2003 vincitore del Primo Premio sezione “libro edito al Concorso Nazionale “Calicantus” I Edizione indetto da “ Il Gazzettino del Tirreno” (ME anno 2005) ”. L’Editore Nicola Calabria (Patti, ME) il 15 settembre 2005 pubblica la Silloge Sacra “Tu che mi nutri di Amore Immenso” e il volume di poesie dal titolo “Nessuno sa che l’urlo arriva al mare”.
Per i tipi editoriali Lietocolle, “ Libriccini da collezione” collana Erato l’Editore Michelangelo Camilliti pubblica a maggio 2006 “Ciliegio Forestiero”, a giugno 2008 collana Aretusa “Tra sbarre di tulipani” (riceve la Menzione d’onore Premio Bellizzi anno 2010), a giugno 2010 collana Aretusa, prefazione A. Rigamonti e postfazione G. Linguaglossa, “Alle lumache di aprile”. A giugno 2011 a due voci con Claudio Moica 'Di ala in ala' duetto poetico edito LietoColle, prefazione Dante Maffia.

Poesia



Componimento tratto dal capitolo Confini pag.49-50’dall’ opera “ Di ala in ala” Lieto Colle, 2011. Collana Aretusa, pp. 76, illustrato. Euro 13,00. Poetar suggestivo, un cantico alla passionalità dei sensi, palese circospezione di quesiti mai privi di risposte. Doverosa la parola d un interloquire dialogico, mai disconnesso, propugnante un percorso del momento, sostenuto da un connubio mutevole, emozionalmente arricchito da un’amabile enfasi spirituale mediata fra due interlocutori. Una stesura contenente umani quesiti, denotati dagli interrogativi ma le bugie sono nelle vene?Secondo verso, 3’ quartina, E questa bestia nel cuore che vuole? Primo verso 9’ quartina, Non bastavano pietre appuntite?Secondo verso 9’quartina. Dilemmi d una pura naturalezza, domande di matrice femminea, tanto docili quanto decise, completate dall’avvincente poetar di Claudio Moica, con il quale l’opera è corredata da un duettare poetico riuscito ed accattivante. Un lungometraggio esistenziale, attraverso il quale i due protagonisti divengono gli sceneggiatori dell’esplicazione spontanea dei loro stessi naturali sensi. La poesia è strutturata in nove quartine, introdotte da un rimalmezzo tra il secondo e terzo verso “ come principio di filosofia poesia sta a pensiero mio. Evidente il corredato d’enjambement, il primo presente nella quinta quartina “ Non perde occasione di mostrare il fuoco regolare delle ore”nel quale il verbo interrompe il terzo verso, riprendendo il proseguimento della frase nel quarto. Altro utilizzo della figura retorica in questione è palese nella sesta quartina “ Non so di dire all’angelo che le costanti non sanno volare”, quivi netta interruzione tra il primo ed il secondo verso. Nell’ottava quartina “ che a volte sa di litigio fresco lasciato da chiunque ti volesse” interruzione tra il secondo ed il terzo verso. Frasi non coincidenti con il verso ma destinate ad un continuo oltre quella riga che diviene simbolismo di vita, una visione che opta verso l’ottica di quel che appare e che invece è, poetica complicità. Presente anche l’utilizzo di monosillabi come via e sia, contenenti dittonghi chiave e posti nelle rispettive ultime strofe delle quartine 3’ e 4’, brevi vocaboli che preannunciano un lungo percorso a due, mai spurio, ma puro nell’emozionalità del vissuto, tinteggiato dai vari stati d’animo della quotidianità. Immancabile l’allitterazione nella settima quartina, nel terzo verso slegata, sola, spaurita, lasciata, tirata….” Un testo, culla di versi sciolti, mai macchinosamente scanditi, liberi come le strofe dell’anima. Un prevalere di versi imparisillabi e doppi senari. Musica la sua, una ritmica cantilenante, mai solitaria ma sempre alla ricerca dell’altro con il quale completarsi. La settima quartina, diviene il nucleo dello stesso titolo dell’opera, il suo secondo verso “ dalle cose sono di ala in ala”

 ENRICA MELONI
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